Sitting-volley

Domenica il triangolare di sitting volley a Carasco. Dioguardi: “Settore in grande crescita”

Si svolge domenica 5 dicembre 2021 a Carasco al palazzetto dello sport dalle ore 9,30 e per tutta la mattinata il triangolare di Sitting Volley Misto, sport inclusivo e disciplina paralimpica tra il Marconi Sitting Campeginese allenata dal vice ct della nazionale femminile di sitting volley Fabio Ormindelli reduce dalle paralimpiadi di Tokyo e dal secondo posto ai campionati europei di Kemer (Turchia), il Cedacri SV GiocoParma vice campione italiano e la neonata Entella Sitting Volley, prima squadra assoluta in Liguria, creata e diretta dal professor Furio Dioguardi storico docente di scienze motorie all’ateneo genovese nonché allenatore e docente nazionale FIPAV.

Questa domenica 5 dicembre ci sarà quindi sia battesimo di gioco sia la presentazione ufficiale per la squadra del presidente Beppe De Franco e del vice presidente Paolo Trebino. Presenti l’amministrazione comunale di Chiavari, particolarmente soddisfatta di questa iniziativa di rilievo sportivo ma anche sociale, con il sindaco Silvia Stanig in testa, il comitato regionale Fipav con il presidente Anna Del Vigo che patrocina l’evento, il Comitato Paralimpico Ligure con il presidente Gaetano Cuozzo e il Liceo Sportivo Istituto Gianelli delle Suore Giannelline di Chiavari che generosamente ospitano gli allenamenti dell’Entella Sitting Volley, con la presenza della madre provinciale Suor Giovanna e Don Paolo Zanandreis.

Atteso al palazzetto di Carasco un buon numero di spettatori. Il sitting volley, sport tecnico, spettacolare e inclusivo prevede a livello nazionale la presenza in campo obbligatoria di almeno due atleti paralimpici (gli altri quattro atleti in campo possono essere “normo”). L’obiettivo è che il sitting volley possa radicarsi anche sul territorio Ligure e contribuire allo sviluppo dello sport paralimpico e di una nuova cultura sociale.

Furio Dioguardi persenta così l’evento e ci porta alla scoperta del mondo del sitting volley.

Come è nato il tuo interesse per il sitting volley?

“Il vino invecchiando migliora e forse anche noi. Dopo anni di intensa attività come allenatore, mi si era un po’ spenta la luce dell’agonismo, del vivere la settimana di allenamenti aspettando la partita da vincere. Piano piano ho messo a fuoco ciò che sentivo scorrere negli anni, cioè la consapevolezza che lo sport oltre che un divertimento è soprattutto uno strumento educativo e formativo per tutti. Diciamo che con il sitting sono arrivato alla sintesi dei miei tanti anni di lavoro in ambito umanistico-educativo (ex-manicomio di Quarto,  carcere di Marassi, casa religiosa a Bogliasco con utenti disabili, affidi educativi in ASL, insegnante di sostegno nella scuola n.d.r.), dei miei tanti anni di allenatore di pallavolo e dei miei studi e docenze universitarie. Poi, nell’autunno 2019, sono andato a Roma al centro di preparazione olimpica “Giulio Onesti” e ho frequentato il corso del CIP per advisor paralimpico. Da tutte queste cose unite probabilmente alla mia sensibilità e modo di essere è venuta fuori la mia voglia di sitting volley”.

Come hai mosso i primi passi nel sitting?

“Ho cercato di capire qualcosa in rete e sui social. Ho contattato la società di sitting volley più vicina a dove vivo, cioè a Bagnone (MS) e allora ho contattato il Parma sitting volley. Mi ha chiamato Fabio Ormindelli, all’epoca allenatore della squadra parmigiana e vice commissario tecnico della nazionale italiana femminile di sitting volley. Cosa potevo volere di meglio? Nel giro di un paio di mesi mi sono trovato due volte ad andare a Parma ad assistere (ma in realtà a collaborare) agli allenamenti e superato il quarto d’ora di impasse iniziale mi si è accesa la lampadina”.

Cosa ti ha colpito del sitting?

“Innanzitutto mi immaginavo qualcosa di molto statico e un’atmosfera di compassione verso le persone con disabilità. Nulla di più sbagliato. Il sitting è uno sport tecnico, veloce e non proprio facilissimo ma soprattutto è straordinario il fatto che ci si trovino a giocare atlete e atleti disabili insieme ad atleti normo in condizioni di sostanziale parità nel senso che giocando da seduti molte situazioni si pareggiano, certo non tutte ma tante. E poi cosa fantastica è che verso l’atleta disabile non ci sono certo degli sconti, anzi, spesso ci si gioca apposta contro per conquistare il punto, cosa che rende il sitting particolarmente agonistico e che finalmente mette la persona disabile in una bella situazione cioè che non viene trattato come una persona inadeguata ma anzi come una persona esattamente uguale agli altri”.

Quindi hai pensato di creare una tua squadra di sitting volley?

“Esatto! Creare una squadra di sitting volley non è affatto una cosa facile e per tanti motivi. Diciamo però che quando mi metto in testa una cosa sono abbastanza determinato e lucido nel capire le difficoltà e come superarle. Bagnone e la Lunigiana per dimensioni, territorio montuoso, abitudini e mentalità non è l’ambiente idilliaco per questo tentativo ma insomma mi ci sono buttato a capofitto e ci sono riuscito contro il pronostico di tanti che mi davano per fallito in partenza”.

Quali sono stati i primi passi?

“Ho creato un evento allo stadio del calcio di Bagnone il 15 giugno 2019 con musica cibo e sport. Ho organizzato un torneo di minivolley-S3 con la partecipazione di circa 150 bimbe ovviamente accompagnate dalle famiglie e in più c’era la musica messa da un dj e vari chioschi con cibarie (panigacci ed altro) e bevande. C’era anche lo speaker ufficiale per il pubblico in tribuna composto da circa 500 persone. Il clou della manifestazione intitolata “Pallavolo per sempre” è stata l’esibizione del Parma Sitting Volley di Fabio Ormindelli e di Eva Ceccatelli, campionessa italiana di sitting che milita nel Dream Pisa e nella Nazionale femminile. I venti atleti e atlete fra disabili e normo hanno giocato a sitting e invitato le persone del pubblico a provare fra il divertimento di adulti e bambini che ovviamente hanno voluto anche loro provare il sitting volley. Quella manifestazione è stata la molla che ha dato il la alla squadra del Bagnone Sitting Volley da me allenata tutt’ora e che iniziò gli allenamenti nell’ottobre 2019 tra l’entusiasmo dei bagnonesi, Sindaco in testa. Abbiamo poi partecipato alla coppa Rotary manifestazione nazionale portando il Bagnone a Reggio Emilia, Campegine e Modena. Poi siamo andati il 4 marzo 2020 a giocare un’amichevole a Pisa ospiti del Dream Pisa, un momento di grande entusiasmo per tutti, anche per me visto che eravamo a casa dei campioni d’Italia. Il giorno dopo, purtroppo ma doverosamente, il governo ha chiuso tutto il paese per l’emergenza covid”.

E come nasce l’idea del sitting volley in Liguria?

“Io sono genovese, sto bene e adoro vivere nella Lunigiana, ma amo la Liguria e non accettavo che fossimo in Italia una delle pochissime regioni senza una squadra di sitting volley (insieme alla Valle d’Aosta e alla Basilicata). Inoltre nel novembre 2019 la presidente FIPAV Anna Del Vigo mi chiamò come docente federale a tenere un corso di aggiornamento per gli allenatori della nostra regione proprio sul sitting volley proprio a Chiavari. Notai nei miei colleghi grande interesse verso il movimento paralimpico e il sitting e quindi anche quell’esperienza di docente e relatore ad un convegno successivo al corso mi fece riflettere molto”

Perché proprio a Chiavari?

“Consapevole delle difficoltà di costruzione di una squadra di sitting volley, ho subito pensato a Chiavari per dimensioni, per bellezza e per effervescenza sociale essendo una città/paese piuttosto grande, popolata e piena di associazionismo, come luogo ideale per il tentativo sitting volley. E poi conoscevo il territorio avendo insegnato a Chiavari dal 2008 al 2011 presso l’allora Istituto d’Arte e il Caboto. E siamo quindi arrivati, non senza difficoltà per via del covid, al 5 ottobre 2021 giorno del primo allenamento della squadra”.

Come ti sei mosso in Liguria?

“In sintesi si è trattato di cercare atleti e atlete normo e paralimpici, di trovare le giuste vie con Inail, Cip, Consulte Handicap, associazioni varie, Fipav, Csi, amministrazione comunale di Chiavari, enti religiosi come ad esempio con le Gianelline e attivare relazioni nel mondo della pallavolo. Da subito è arrivata la splendida accoglienza, grazie a don Paolo Zanandreis, del Liceo Sportivo Gianelli Salus di Chiavari, la collaborazione del presidente FIPAV Anna Del Vigo e di Ugo Ricci (referente sitting volley regionale), la collaborazione di Ornella Marchese che con la sua storia sportiva e umana è un personaggio fantastico e pienamente rappresentativo della pallavolo ligure e nazionale e la collaborazione dell’amministrazione comunale chiavarese con il Sindaco Silvia Stanig. In generale posso dire che di fronte a un progetto di rilevanza sportiva e sociale come quello del sitting volley c’è la percezione di una risorsa e ricchezza per il territorio”.

Come è costituita la società ASD Entella Sitting Volley?

“Diciamo che io sono un po’ il factotum a livello operativo gestionale, organizzativo e tecnico ma sono pienamente appoggiato dal presidente Giuseppe (Beppe) De Franco, splendida persona molto conosciuta a Chiavari nonché ottimo profilo come presidente, e poi il vicepresidente Paolo Trebino dell’azienda storica Trebino, maestri orologiai di Uscio, persona di grande sensibilità che oltretutto si allena come atleta della squadra. Poi ci sono state diverse persone che mi hanno dato una grossa mano in questo progetto e fra loro cito Simona Trebino, sorella del vice-presidente Paolo e anche lei atleta della squadra e Miriam Zappini, storica giocatrice di pallavolo molto sensibile a queste tematiche”.

E oltre alle fatiche fisiche e al tempo dedicato ci sono anche dei costi?

“Per quelli mi affido alla Provvidenza. Se avessi dovuto ragionare di previdenza non avrei neanche iniziato il progetto. Ho fatto tutto al buio, il sitting non costa poi tantissimo ma fra tutto (e soprattutto le trasferte) un po’ costicchia. Fino a oggi devo dire grazie alla Tasco di Aldo Canevello e Aldo Paoli che con un piccolo contributo sono stati i primi a cercarci e fino adesso gli unici sponsor ma di certo spero che ne arriveranno altri ma anche se così non fosse andrà bene lo stesso perché anche in perdita questo è un progetto affascinante e che rifarei cento volte. Ne vale veramente la pena per il carico di emozioni e per le gratificazioni che si ricevono e soprattutto per il bene che si può fare agli altri e per la gioia che si può vedere negli altri”.

Perché la scelta del nome Entella e dei relativi colori sociali proprio come la squadra di calcio locale?

“Innanzitutto cercavamo una forte localizzazione territoriale e il nome Entella, oltre a richiamare il fiume che divide Chiavari da Lavagna, è caldo per i chiavaresi sostenitori della squadra di calcio e poi sinceramente io sono un grande appassionato di calcio (sono interista di fede ma anche tifoso di tutte le squadre liguri (Genoa, Sampdoria, Spezia ed Entella) e portare in giro con il sitting volley il nome dell’Entella e i colori sociali bianco-azzurri mi rende orgoglioso. Io poi a Chiavari sono particolarmente affezionato fin da quando da bambino venivo al mare con i miei genitori e poi da adulto sono stato insegnante in alcune scuole di Chiavari. Spero anche di conoscere presto il presidente dell’Entella Antonio Gozzi per renderlo partecipe di questo meraviglioso progetto sportivo/sociale”.

Chi sono gli atleti dell’Entella Sitting Volley e quando sono gli allenamenti?

“Abbiamo per adesso due atleti paralimpici che sono Maurizio Lagomarsino e Lorenzo Tonetto ma il 5 dicembre a Carasco al triangolare con Campeginese e Parma ci saranno anche due atlete paralimpiche in prestito rispettivamente dal Bagnone e dal Campi Bisenzio (FI) e cioè Claudia Zanzi e Alessandra Bandini. Poi ci sono Valentina Repetto, Gaia Kratochwila, Ivan Raso, Enrica Chicca Simonini, Paolo Trebino, Simona Trebino, Roberta Ferrarini, Chloe Alboino, Diego Conca, Matteo Noceti, Manuela Salsi, Manuela Compagnoni e Marina Ferraloro (le ultime tre vengono da Arenzano!!). Gli allenamenti sono il martedì sera dalle ore 20,30 nella palestra delle Giannelline in salita Gianelli 6 a Chiavari”.

Quali sono gli auspici e le tue speranze per il sitting in Liguria?

“Il primo passo è quello di aver creato la prima squadra di sitting volley in Liguria, e questa è stata già una grande soddisfazione ma adesso bisogna consolidarsi nel mondo sitting. Intanto disputeremo da gennaio, cioè dopo il triangolare di Carasco del 5 dicembre, la coppa Rotary che è una manifestazione in sei giornate di livello nazionale e che ci vedrà competere in giro per l’Italia contro le migliori squadre del panorama italiano. Sarà per noi un divertimento ma anche una grande opportunità umana e sportiva. E poi speriamo che in Liguria nascano altre squadre perché il progetto è quello di migliorare lo sport paralimpico e soprattutto contribuire ad una nuova cultura sociale”.

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